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Dizion.4° Ed. .
DARE
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vol.2 pag.13-55
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DARE.
Definiz: | Verbo, che in alcune voci esce di regola, e perciò da' grammatici è detto irregolare; ed in alcuni tempi ha doppie
terminazioni, come fie manifesto dagli esempli addotti ne' suoi significati, e nelle sue frasi, e maniere.
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Definiz: | §. I. Dare, per Trasferire una cosa da se in altrui; Donare. Lat. dare, donare, largiri,
tradere. Gr. διδόναι.
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Esempio: | Bocc. nov. 15. 12. E possessioni, e case ci ha date, e dà continuamente al mio
marito, e tuo cognato, ch'è buona provvisione. |
Esempio: | E Bocc. nov. 16. 3. Egli, e molti altri amici, e servidori
del Re Manfredi furono per prigioni dati al Re Carlo. |
Esempio: | E Bocc. nov. 18. 16. Al conte piacque molto questa domanda, e
prestamente rispose di sì, e con lagrime gliele diede. |
Esempio: | E Bocc. nov. 93. 2. Che uno per liberalità usare ad un altro,
che il suo sangue, anzi il suo spirito desiderava, cautamente a dargliele si disponesse. |
Esempio: | Ar. Len. 2. 1. Sol mentrech'io ti dò, me ne ringrazi; Tostochè ho dato, il
contrario fai subito. |
Definiz: | §. II. Per Istabilire, modo di dire alla latina. Lat. si datum est. |
Esempio: | Bern. rim. 38. E s'egli è dato, ch'i' abbia a stentare, Fa' almen, che qualcun
altro stenti meco. |
Definiz: | §. III. Per Permettere, Concedere. Lat. dare, concedere, permittere. Gr.
παραχωρεῖν.
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Esempio: | Petr. son. 274. E agli amanti è dato Sedersi insieme. |
Esempio: | E Petr. 316. Dammi, signor, che 'l mio dir giunga al segno
Delle sue lode, ove per se non sale. |
Esempio: | Boez. Varch. 3. 9. Dammi padre pietoso, che nell'alta Divina fede colla mente io
saglia. |
Esempio: | Cant. Carn. 4. Noi cogliemmo certe frutte Belle, come dà il paese.
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Definiz: | §.IV. Per Percuotere; e oltre al signific. att. si usa anche nel neutr. pass. e nel neutr. assol. Lat.
verberare, percutere. Gr. παίειν,
τύπτειν,
πλήσσειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 15. 34. Noi ti darem tante d'uno di questi pali di ferro sopra la
testa, che noi ti farem cader morto. |
Esempio: | E Bocc. nov. 32. 10. Io mi vidi sopra un giovane bellissimo
ec. il quale presomi per la cappa, e tiratomi a' piè, tante mi diè, che tutto mi ruppe. |
Esempio: | E Bocc. num. 11. Io ci tornerò, e darottene tante, ch'io ti
farò tristo per tutto il tempo, che tu ci viverai. |
Esempio: | E Bocc. nov. 73. 19. Quanto egli potè menar le braccia, e'
piedi, tanto le diè per tutta la persona pugna, e calci. |
Esempio: | E Bocc. nov. 88. 9. E stracciatagli la cuffia in capo, e
gittato il capuccio per terra, e dandogli tuttavia forte, diceva. |
Esempio: | Dant. Purg. 9. Misericordia chiesi, che m'aprisse, Ma pria nel petto tre fiate mi
diedi. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 7. 27. Chi di quà, chi di là gli andava a dare. |
Esempio: | E Ber. Orl. 3. 5. 11. Ruggier allor da parte si tirava, Che
così stando non gli avrebbe dato. |
Definiz: | §. V. Per Vendere. Lat. vendere, collocare. Gr. πολεῖν
πωλεῖν. |
Esempio: | Ar. Cass. 1. 5. Io sarei contento dar per simile Prezzo a chi le volesse le mie
femmine. |
Esempio: | E Ar. Cass. 3. 3. E quella, ch'al giudizio Mio fosse di
miglior viso, volendola Tu dar per prezzo onesto, e convenevole, Gli comperassi. |
Definiz: | §. VI. Dare, parlandosi del sole, di lume, o simili, vale Arivare, Battere. Lat. pertingere. |
Esempio: | Ricett. Fior. 2. La bottega dello speziale ec. debbe avere o orto, o terrazzo,
dove dia il sole. |
Esempio: | Buon. Fier. 3. 5. 2. Che ora sol profonda tanto, Che al maggior di persona dava a
gola, Al minor sopra 'l mento. |
Definiz: | §. VII. Non dar nè in ciel, nè in terra, vale Esser fuori di se. Lat. neque
coelum, neque terram attingere. Gr. οὔτε
γῆς, οὔτε οὐρανοῦ
ἃπτεται. |
Esempio: | Malm. 5. 59. Perch'ella non dà più nè in ciel, nè in terra. |
Definiz: | §. VIII. Dare per Pagare, Dare in pagamento. Lat. solvere. Gr.
ἐκτίνειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 62. 10. Mia mogliere l'ha venduto sette, dove tu non me ne davi altro,
che cinque. |
Esempio: | Com. Inf. 20. Nullo maggiore strazio puote uomo fare della sua donna, che
sottometterla per moneta a chi più ne dà. |
Esempio: | Sen. ben. Varch. 6. 16. E pure è noto a ciascuno quanto si dà il giorno a un
muratore, che le fa (le mura) |
Esempio: | Ar. Cass. 3. 3. Egli è mio offizio Senza rispetto a chi mi dà più attendere.
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Definiz: | §. IX. Quindi Avere a dare, vale Esser debitore. |
Definiz: | §. X. Per Dimostrare, Palesare. Lat. ostendere, indicare, palam facere. Gr.
ἀποφαίνειν.
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Esempio: | Fav. Esop. Il colore del tuo abito dà, che sii fornaio, o carbonaio, o appannator
di guado, o maestro d'inchiostro. |
Definiz: | §. XI. E Darsela, neutr. pass. vale Somigliarsi, Esser simile. Gr.
ὁμοιοῦσθαι.
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Definiz: | §. XII. Dare, parlandosi di titoli, come Dare del messere, del signore, del serenissimo ec. vale
Trattare altrui, in parlando, o scrivendo, con quel titolo. Lat. honoris caussâ dominum, et c.
compellare, appellare. Gr. ἔνεκα
τιμῆς κύριόν
τινα
προσκαλεῖν. |
Esempio: | Cecch. Servig. 4. 10. Ch'oggidì s'usa di dare Del messere, e signore a ogni furbo.
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Definiz: | XIII. Altresì Dar del briccone, del vituperoso, di becco, di ladro, e simili, modo d'ingiurare
altrui, tacciandolo di tali ignominiosi attributi. Lat. vituperare, contumeliâ
afficere. Gr. ἐνυβρίζειν,
αἰκίζειν. |
Definiz: | §. XIV. Dare, trattandosi di curare infermi, si dice dell'Ordinare il medico il medicamento. Lat.
curae rationem praescribere, medicamentum dare. Gr. φάρμακον
ἐπιτέλλειν. |
Definiz: | §. XV. Dare, parlandosi di lettere, di corrieri, o simili, vale Portare avviso, Dar notizia. Lat.
nuntium afferre. Gr.
ἐπαγγέλλειν
τινί τι. |
Definiz: | §. XVI. Dare, per Dar retta, Abbadare, Curare. |
Esempio: | Franc. Sacch. nov. 143. Il minacciare, e il rimbrottare del Piovano fu assai, e
stette coppie d'anni, che non favellò allo Innamorato, il quale non vi diè nulla, dicendo questa novella e nel contado,
e nella città. |
Definiz: | §. XVII. Dare, termine di giuoco, vale Metter la carta in tavola. |
Definiz: | DARE. Verbo nella nostra favella usato frequentemente; e ne' suddetti significati, e per espressione d'altre
operazioni si congiugne cogli infiniti d'altri verbi colle particelle DA, A, IN, o simili, come pure si accoppia con
moltissimi nomi, e con articolo, e senza, e parimente con avverbj, o con altre particelle, formando infinite maniere,
proverbj, e frasi espressive di particolari significazioni, difficilissime a comprendersi, e ridursi sotto generi
determinati; onde a maggior comodità se ne porranno appresso, tratte fuori per ordine d'alfabeto, quelle, che più
frequenti si odono nell'uso, o più spesse s'incontrano nelle scritture. |
Definiz: | DARE A BALIA. Dare i piccoli figliuoli altrui ad allattarli. Lat. filios
nutriendos dare. Gr. τέκνα
τιθήνῃ
παραδιόναι. |
v. BALIA.
Definiz: | DARE A BARATTO. Barattare. Lat. permutare. Gr.
ἀμείβεσθαι.
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Esempio: | Ar. Len. 3. 2. Non che in vendita, Ma a baratto, ma in don dar si dovrebbono.
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Definiz: | DARE A BERE. Dare a credere, Dare ad intendere; modo basso. Lat. imponere. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 10. 3. Però si dice volgarmente in piazza Per un proverbio: e' glie
l'ha data a bere. |
Esempio: | Malm. 7. 24. E s'ella non m'è stata data a bere, Elle son Fate, ch'han virtù
divina. |
Definiz: | DARE A BUON MERCATO. Vendere a prezzo vile. Lat. parvo vendere.
Gr. πωλεῖν
ὀλίγου τι. |
Esempio: | Cant. Carn. 297. Donne, chi ha di voi castagne secche, Datele a buon mercato.
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v. DARE CALO.
Definiz: | DARE A CAMBIO. Dare per riavere, oltre alla sorte principale, anche l'interesse guadagnato col
cambio. Lat. dare faenori, pecuniam faenori occupare. Gr. δανείζειν τινί
τι. |
Esempio: | Dav. camb. 96. L'ingordigia di questo guadagno ha convertito il cambio in arte, e
dannosi i danari a cambio, non per bisogno d'avergli altrove, ma per riavergli con utile. E pigliansi, non per trarre i
danari suoi d'alcun luogo, ma per servirsi di quei d'altri alcun tempo per interesse. |
Esempio: | E Dav. camb. 99. Però bisogna aver gli occhi d'Argo in
avvertire a chi tu dai a cambio, a chi tu rimetti, a chi rifida colui, che ti ritorna il tuo. |
Esempio: | E Dav. camb. 102. Può dare a cambio se medesimo.
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Esempio: | Sen. ben. Varch. 4. 26. Chi darà a cambio, o fiderà i suoi danari ad uno, il
quale sia usato a fallire? |
Esempio: | Ambr. Bern. 3. 1. Son quei proprj, Che Giulio mi lasciò, ch'i' ho dati a cambio
Sempre per lui. |
Definiz: | DARE ACCUSA. Accusare. Lat. accusare, postulare, deferre. Gr.
αἰτιᾶσθαι. |
Esempio: | G. V. 8. 96. 3. Fu data una inquisizione, ovvero accusa alla Podestà (ch'era
allora messer Piero della Branca d'Agobbio) contro a messer Corso. |
continua...
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